Le opere di Augusto Cantamessa a The Phair Photo Art Fair Torino 2024

AUGUSTO CANTAMESSA
Come ti inquadro il mondo!

The Phair, la rassegna torinese dedicata all’arte e alla fotografia giunta alla quinta edizione, quest’anno si realizza presso le ORG Torino, nella spettacolare Sala Fucine. La fiera presenta oltre 50 gallerie, tra italiane e internazionali, che espongono le opere di artisti sia affermati sia emergenti.

Le fotografie di Augusto Cantamessa sono presentate dalla galleria Podbielski Contemporary, che da alcuni anni ha avviato una importante e continuativa collaborazione con l’Archivio Augusto Cantamessa che valorizza e promuove l’immenso patrimonio fotografico, nel rispetto delle volontà dell’autore. Tra le più recenti collaborazioni, nelle quali la galleria Podbielski ha promosso le opere di Cantamessa, vi sono le esposizioni ad Artissima, The Others, Photo London, per citarne alcune.

In mostra un nucleo selezionato di immagini in bianco e nero, tra paesaggi piemontesi, street photography e nature silenti che sono un caleidoscopio di stati d’animo e atmosfere che narrano di un mondo che, mutando continuamente, rimane intatto nelle sue peculiarità umane e naturali. Fotografie dagli scenari suggestivi che sono frutto di una ricerca per la quale l’autore ha concentrato il suo obiettivo su essenziali e significativi elementi, attraverso una riflessione profonda, silenziosa e intima che restituisce composizioni rigorose, mediante segni e linee che caratterizzano gli spazi e le “cose” rappresentate.

L’esplorazione fotografica del mondo di Cantamessa, sviluppatasi nell’arco di settant’anni di indagine sulla realtà, con le sue inquadrature volte a cogliere sottraendo elementi per spogliarsi del superfluo, mette in evidenza la tipica poetica cantamessiana che ritroviamo in tutte le sue immagini. Questo è il tratto contemporaneo della sua fotografia: che si tratti di un’immagine spoglia in cui la luce “taglia” l’aria, o di composizioni dove par non esserci quasi nulla che la distesa di semplici panni al vento Panni a Burano (1972), l’armonia e l’equilibrio dello spazio misurato ci restituiscono un poetico infinito.  Come percepiamo anche in Risaie d’autunno (1975), una tipica veduta di campagna in cui cielo e terra divengono, allo stesso tempo, figure astratte dell’inquadratura ed entità dello spazio emozionale. 

La stessa poetica degli sguardi si ritrova nelle nature silenti in cui la narrazione di oggetti semplici e quotidiani, che emergono nella luce delle sue composizioni sia in interni sia sotto l’immensità del cielo, in primo piano o tra bassi orizzonti, fanno ri-vivere una quotidianità capace di farsi poesia, nella quale il fotografo trovava piena affermazione. Le fotografie di Cantamessa sull’oggettistica varia, che ha le sue forme e armonie come la perfezione della sfera o quella dell’uovo, mettono in luce significativi dettagli. 

La immagini, come suggerisce la puntuale analisi di Roberto Mutti, rivelano una visione del mondo lineare ma niente affatto semplice, perché la sua curiosità e il suo rigore compositivo diventano gli assi cartesiani di una poetica dalle mille sfumature, che si esercita in diverse direzioni senza privilegiare un solo perché. Moltissime sono le suggestioni che si ritrovano nelle fotografie: il senso della simmetria di spazi incommensurati di natura, atmosfere delicate, volti, ritratti, oggetti quotidiani, paesaggi come Breve Orizzonte (1955) che si impongono con una distesa di segni che protendono verso il cielo infinito e sembrano condurci oltre lo spazio bidimensionale della carta fotografica come a sottolineare la grande sensibilità dell’autore nel cogliere l’attimo fuggente e l’istante fotografico perfetto da immortalare.

In mostra vengono esposte per la prima volta due fotografie inedite, Ciclista (1952) e Donna (1952) un dittico che restituisce immagini allo stesso tempo forti e delicate, che affiorano sulla carta dai neri profondi e dai bianchi brillanti, e restituiscono composizioni dal grande impatto visivo, ma equilibrate mediante linee, forme essenziali e geometrie. E’ qui, come sensibilmente ha riscontrato Giuseppe Cicozzetti, che il fil rouge dell’elemento umano, che ritroviamo protagonista in molte altre fotografie, rappresenta la centralità descrittiva, un’umanità cangiante e mutevole con il passare degli anni che si staglia nella scena grazie al fascio del bagliore di luce. Osservando queste immagini siamo colti da uno struggimento per una vita passata, rappresentata in un sottofondo silenzioso, quasi astratto e nelle cui scene di straordinaria quotidianità compiamo un viaggio nel tempo. Cantamessa è stato testimone del suo tempo, un tempo che non ha voluto andasse disperso nella frenesia di una società che cambia umore e costumi troppo frettolosamente. Ed è così che il gioco dei bianchi e dei neri, delle luci e delle ombre, la relazione prospettica tra oggetti e personaggi che si ritrovano nelle fotografie di Augusto Cantamessa, diventano un mezzo espressivo per “sussurrare” la storia di luoghi, di persone e realtà di vita. 

Le immagini, nell’esaltazione dei valori chiaroscurali e nelle lumeggiature del bianco e nero trasmettono forza, durezza e tenerezza e sono un invito a lasciarci ghermire dei sentimenti degli altri, a comprendere, a condividere gioie e dolori di un’umanità a noi molto vicina.   

Bruna Genovesio 

Archivio Augusto Cantamessa

THE PHAIR 

Preview e Opening su invito
2 maggio 2024

Apertura al pubblico
3 – 4 – 5 maggio 2024 
ore 12.00 – 21.00 
ultimo ingresso 20.30

OGR – Officine Grandi Riparazioni

Sala Fucine
Ingresso: Corso Castelfidardo, 22 – Torino