Galleria Howard Greenberg, The New Beginning for Italian Photography: 1945-1965

Alla Galleria Howard Greenberg dal 12 settembre al 10 novembre 2018 si è tenuta una mostra di fotografia italiana del dopoguerra. Attraverso la lente del neorealismo, The New Beginning for Italian Photography: 1945-1965 esplora come i fotografi documentavano le realtà quotidiane durante i due decenni successivi alla Seconda guerra mondiale.

La mostra si inserisce in un calendario più ampio di eventi, sempre sulla fotografia italiana, organizzato in collaborazione con Admira Photography Studio, con NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932-1960, presso la Grey Art Gallery e alla New York University. Sempre a settembre, il Metropolitan Museum of Art presenta una selezione di immagini postbelliche provenienti dalla loro collezione permanente.  

Associato a rappresentazioni cinematografiche e letterarie delle condizioni del dopoguerra, l’abbraccio fotografico del neorealismo illuminava il qui e ora di un paese che emergeva dalle rovine, vivo di vitalità e speranza. Con i media stampati in aumento, i fotografi e il loro reportage hanno avuto un ruolo fondamentale nella rappresentazione del periodo postbellico, quando il 1945, in seguito definito “anno zero”, era tempo di un nuovo inizio. Nelle composizioni grafiche che dominano la linea e la forma, le immagini in mostra catturano momenti fugaci che diventano il seme di narrazioni più lunghe e immaginate. Natura umanista, le immagini splendidamente stampate nella mostra trasmettono la preoccupazione di trovare storie insolite nelle scene quotidiane. 

 Tra i fotografi in mostra ci sono Carlo Bavagnoli, che ha fotografato nei quartieri operai di Roma e in seguito ha contribuito alla  rivista LifeMario de Biasi, che iniziò a fotografare nel 1944 con una macchina fotografica trovata tra le macerie di Norimberga; Sante Vittorio Malli, che si dedicò a ritratti e paesaggi, e fondò il gruppo fotografico, Il Naviglio, nel 1956; Franco Pinna, che fece le sue prime fotografie a Roma nel 1944, durante l’arrivo delle truppe alleate; Stefano Robino, artista e designer noto per il suo stile colto ed elegante, Mario Giacomelli il fotografo Italiano più conosciuto in ambito internazionale e Augusto Cantamessa, presente con una delle sue fotografie più importanti Breve Orizzonte, 1955.

Breve orizzonte, 1955

Breve orizzonte (1955), un’opera riconosciuta a livello internazionale, pluripremiata e di grande attualità: divenuta ormai un’icona senza tempo, qui come in Europa e oltre oceano. Questo scatto rappresenta un compendio, quasi un testamento della ricerca fotografica dell’autore che rivela qui la sua visione del mondo lineare ma niente affatto semplice, perché la sua curiosità e il suo rigore compositivo diventano gli assi cartesiani di una poetica dalle mille sfumature, che si esercita in diverse direzioni senza privilegiare un solo perché. Moltissime sono le suggestioni che si ritrovano in questa immagine: il senso della simmetria di uno spazio bianco e incommensurato di natura, un’atmosfera delicata, un paesaggio che si impone con una distesa di segni che protendono verso il cielo infinito e sembrano condurci oltre lo spazio del foglio, abitato, percorso dall’umana gente. E’ significativo aggiungere che lo scatto è stato eseguito in una mattina qualunque andando al lavoro, nel rettilineo della piana di Airasca prima dell’ingresso in fabbrica, per sottolineare la grande sensibilità dell’autore nel cogliere l’attimo fuggente e l’istante fotografico perfetto da immortalare.
Bruna Genovesio